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Hanno scritto di Francesco PIETROPAOLI:
In un tempo non troppo lontano la bottega di ogni buon falegname rea sempre piena di ritagli: centinaia di pezzi e pezzetti di legno avanzato chissà quando e chissà dove, con conservati con cura in previsione di un futuro possibile utilizzo.
In una società che non buttava nulla, questi scampoli avrebbero avuto presto o tardi un loro destino.
E in quel momento anche la più piccola tavoletta riemersa nel mucchio e dalla polvere si sarebbe svelata in tutta la sua dignità, avendo mantenuta intatta la propria storia e le proprie caratteristiche, oltre ad aver maturato una preziosa stagionatura.
Naturalmente questa consuetudine presupponeva una nozione profonda delle molteplici essenze, nonché una pazienza infinita per cercare, misurare, accostare, scegliere, accorciare incollare, piallare, rifinire…. Insomma tanto tempo e tantissimo lavoro conditi con una consumata abilità, che permettevano a modeste materie di trovare spazio in un nuovo contesto.
Quella sapienza antica, unita a un’attitudine professionale diligente e rigorosa, orientano oggi la ricerca artistica di Francesco Pietropaoli, che si fonda essenzialmente sulla trasformazione dei materiali recuperati, i cui segni e cicatrici divengono non di rado vere e proprie testimonianze storiche.
Ma insieme alla perizia tecnica e alla manualità artigiana,Pietropaoli mette in campo ben altro, cominciando dal linguaggio, sempre colto e raffinato, eppure di una chiarezza esemplare, lontanissimo da sterili intellettualismi.
A ciò si aggiunga una buona dose d’ironia, ben evidente quando esplora figure di donne, senza la quale la sua narrazione si ridurrebbe ad un aborrida espressione narcisistica.
Quindi un forte temperamento giocoso, particolarmente vivace nelle piccole sculture, per niente scalfito dalle contaminazioni dell’esperienza, che pure hanno un peso determinante nel suo corposo bagaglio linguistico.
Poi ancora l’attenzione al territorio, alla sua storia e all’ambiente naturale, che fa intravedere i paesi e le colline, le messi piegate al vento, immersi in una armonia cosmica che induce quasi alla commozione nostalgica.
E infine il gusto di agire e operare seguendo l’istinto, facendosi guidare più dai materiali che da schemi precostituiti, dando libero sfogo alla fantasia creativa.
Da questi presupposti nascono opere sincere e dotate di un’anima già insita nella forma originaria e originata.
Una schiettezza ed una spiritualità così profonde da richiamare alla mente le cose più intime e care, eccezionali nella loro ordinari età, e tanto familiari nel loro essere universali.
Prof. Vicenzo Vivio
Architetto e storico dell’Arte.
La favola non è solo per i bambini, anzi. Il mondo che compare nei lavori di Francesco Pietropaoli è insieme favola e realtà. I profili delle montagne sinuose dell’Abruzzo, le nubi che le sovrastano, le stelle, la neve o la pioggia che cadono, gli steli argentati che si flettono al vento, le case e le torri che compongono lo spazio sono elementi di un linguaggio apparentemente semplice ma che rappresenta qualcosa di più profondo e raccontano un sensibile percorso di vita. I colori caldi e tenui ci tranquillizzano e ci danno emozione, il rosso e il nero estendono lo spazio. Pietropaoli accarezza il legno, lo sente, lo smussa, a volte lo colora, e compone immagini equilibrate di paesaggi, di uccelli che avrebbero voglia di muoversi su una sola ruota, di cavalli a dondolo che ci riportano alla nostra infanzia e di figure femminili dai floridi seni. A volte viene aggiunto qualche “oggetto trovato”; è la connessione tra la fantasia e la realtà, tra l’atmosfera immaginaria che, proprio come nelle favole, sconfigge le paure e le ansie, e la consapevolezza, sempre presente in noi, della realtà della vita.
Giovanni Carpentieri
Artista
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Così aquilano, ma così lontano da localismi,Francesco: quando dichiara la sua appartenenza alla città con l’araldica iniziale scortata dal suo apostrofo, o dissemina la pecora della nostra infantile memoria, come un logo grafico, sulle campiture grezze o colorate delle sue tavole, o quando deposita l’alberello,balzato fuori dagli orti cinquecenteschi della pianta di Fonticulano,tra gibbosità di appiattita precisione e allineamenti scalari come linee d’orizzonti, profili di monti e di facciate, arature di campi e scacchere di lastricati e di fontane.
C’è, nella geometria che usa Francesco, una pulizia senza secchezza delle forme, come smussate e ingentilite dalla consistenza tenera e fibrosa del legno, e le operazioni che producono le sue tavole: tagliare, piallare, segare, scartavetrare, inchiodare, incollare le stratificano e le sedimentano una sull’altra, una dopo l’altra, con lo stesso procedere che hanno la natura e la memoria.
Senza naturalismi e senza nostalgie, però, neanche quando tra quelle geometrie nascono misteriosi assemblamenti, come di semine o di piogge e vi transitano le ore e le stagioni, con i turchini e i neri delle notti e i rossi delle estati, o quando pastella ture filamentose ondeggiano come campi di steli sotto il vento.
E’ questo filtrare le esperienze e mettere in ordine le cose che tiene Francesco ancorato alla realtà e, nonostante certe assonanze, lo distanzia dall’immaginario Pop: le sue forme non diventano mai icone, né lo interessano i processi di devitalizzazione o moltiplicazione pubblicitaria dell’artificiale metropolitano.
Semmai gli piace il gioco, quello che giocavamo noi bambini pre-tecnologici, con le spade di legno rubate alle “schiappe” per il fuoco e i velieri montati con paziente ragnatela di alberi e sartie.
Nascono da lì, serbando il divertimento di dare nuova vita a scarti, relitti e ritagli, i suoi tridimensionali assemblaggi; marionette, pastori custodi e guerrieri, angeli e sentinelle, donne e madri di rotonda fertilità.
Anche per queste lignee creature Francesco non usa la sgorbia, ma le seziona per piani, le trafora e le innesta, le fa esistere per congiunzioni e disgiunzioni attorno ad un asse come i rami su un tronco o una banderuola segnavento: sarà per questo che sembrano voler tornare all’aria aperta?...
Serenella Nanni
Docente di Storia dell’Arte e critica d'Arte.
Ritagli. Questo è il titolo del nuovo lavoro di Francesco Pietropaoli, una serue di opere che ci portano a conoscere più intimamente l’artista, donando a noi un “ritaglio” del suo percorso umano-artistico.
Le opere incominciano a parlare da sole con una semplicità come se noi facessimo parte di loro.
A prima vista sembrerebbero lavori molto semplici, ma solo socchiudendo gli occhi ci accorgiamo della profondità artistica e spirituale che si cela nelle sue opere.
Pietropaoli è un artista pulito,chiaro nei suoi messaggi, grazie anche alla semlicità di comunicazione, senza orpelli, sempre onesta.
La sua straordinaria abilità nella lavorazione del legno ne fa un artista-artigiano di che conserva il sapere antico del lavoro manuale.
E’ proprio questa l’arma di Pietropaoli, il saper far “rivivere” i RITAGLI di legno, buttati o dimenticati nel mucchio, in opere piene di vita pronte a parlare, come le sue figure di donna o i paesaggi del nostro territorio.
Ogni opera è un equilibrio di volumi e colori sapientemente abbinati, dove il rigore della pulizia e la definizione delle forme esprimono rara qualità formale.
Giulio Cerqua
Orafo- Gallerista
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- MOSTRE ED EVENTI
- Grand Hotel,L’Aquila, Variazioni Pittoriche 1968
- Galleria Lo Scanno, L’Aquila, collettiva 1972
- Sala Eden, L’Aquila, Collttiva, 1973
- Galleria Lo Scanno L’Aquila, personale,1975
- Natale a Sora, 1987
- Arte e Artigianato, Pizzoli, 1999
- Presepi e Natività, Forte Spagnolo, L’Aquila,2000
- Personale, Ristorante Ernesto L’Aquila, 2000
- Natale a Sora, 2001
- Collettiva: Natale d’arte ISA L’Aquila, 2001
- Personale presso la Galleria PassatoPresente L’Aquila, 2003
- Casa del Capitano, Santo Stefano di Sessanio, “Opere”, 2003
- Rai Uno, Linea Verde, presentazione di opere,2003
- Arte e cucina, ristorante Elodia, Camarda L’Aquila, 2004
- Giulio Cerqua Art, Riragli, L’Aquila 2004
- Tra le Braccia di Morfeo, Santo Stefano di Sessanio, “Opere”, 2004
- Fano Adriano,Teramo, Il Legno, Grande Risorsa, collettiva d’arte, 2005
- Casa del Capitano, Santo Stefano di Sessanio, “personale”, 2006
- Serate di musica poesia ed arte, Magliano dei Marsi, 2006
- Ex carcere mandamentale di Montereale, “personale”,2006
- Hotel Sole, L’Aquila, “mostra antologica", 2007
- Laboratorio sulla didattica dell’arte, Scuola elementare “E. De Amicis” L’Aquila 2008
- Esposizione permanente nella suit principale, Hotel “Elodia nel Parco” Camarda L’Aquila 2008
- Rai 1, Linea verde Orizzonti, intervista con Gianfranco Vissani, 2011
- Gli speciali di RETE8, ” Magazin99 ” Santo Stefano di Sessanio, “Il borgo che vuol rinascere”: intervista di Marco Signori all’artista Francesco Pietropaoli, 2011
- Progettazione e realizzazione di opere artistiche per la Chiesa di San Mario, località Torretta L’Aquila 2011.
- Personale al Ristorante ELODIA, l'Aquila, 24 ottobre 2012.
GRAFICA
- Progettazione di tutte la grafica dell’ente musicale Barattelle L’Aquila, 1998
- Progettazione del logo e di gagets: “laquilabellame” 1999
- Progettazione della linea grafica della Spee, L’Aquila, 2000
- Progettazione grafica del convegno di studi su Castello di Ocre, 2003
- Progettazione grafica della manifestazine musicale Pietre che Cantano, L’Aquila, 2003
- Nuova progettazione grafica della società Barattelli, 2004
- Preogettazione grafica del convegno di studi della Diocesi dell’Aquila, 2005
- Progettazione grafica sulla realizzazione della Chisa di S. Mario, località Torretta L’Aquila 2008
- Progttazione grafica del logo e dell’opuscolo del Liceo Artistico “F. Muzi” L’Aquila 2010
- Progettazine grafica del manifesto: Natale nel Borgo, S. Stefano di Sessanio, 2010
- Progettazione del logo del Sistema Turistico Locale del Gran Sasso d’Italia, 2011
COLLABORAZIONE CON STUDI DI ARCHITETTURA
- Allestimento espositivo presso la Diocesi dell’Aquila di Epistolari Ecclesiastici, 1985
- Ristrutturazione della Chiesa di Parrocchiale di Tempera (AQ), 1985
- Progettazione della filiale del Torrione della Cassa di Risparmio dell’Aquila, 1987
- Progettazione del Monte dei Paschi di Siena, Milano, 1988
- Ristrutturazione del palazzo Cipolloni-Cannella a L’Aquila, 1989
- Ristrutturazione della Chiesa di Collepietro, 1990
- Progettazione del Centro Turistico Gran Sasso L’Aquila, 1992
- Progettazione delle pavimentazioni viarie di parte del centro storico dell’Aquila, 1995
- Ristrutturazione dell’anticha libreria Colacchi a L’Aquila, 1998
- Progettazione della Chiesa di San Mario alla Torretta e studio delle decorazioni interne, L’Aquila, 2001
- Ristrutturazione del villaggio contadino di Borgotufi, Campobasso, 2002
- Progetto per la ristrutturazione del Castello di Ocre, L’Aquila 2003
- Ristrutturazione di 4 unità abitative nel borgo di Santo Stefano di Sessanio L’Aquil, 2006.
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